Il filmato che pubblichiamo ci consente di parlare delle LINEE GUIDA DEL MINISTERO DELLA SALUTE per la terapia conservativa. Con il termine di conservativa o restaurativa si intendono tutte le procedure (otturazioni ricostruzioni, intarsi) volte a ripristinare e conservare la salute e l’anatomia del singolo dente. 

Vedi anche: Come comportarsi con le carie e gli zuccheri in eccesso?

Prevenzione delle lesioni da carie

Il primo concetto importante è che qualsiasi terapia conservativa deve essere inserita in un quadro più generale di prevenzione delle lesioni cariose. Questo significa che la terapia conservativa del dente singolo si deve associare ad una valutazione complessiva del soggetto affetto da carie. Il medico deve quindi indagare se vi siano condizioni legate alla salute generale che possono aumentare la frequenza di carie, per esempio le condizioni che portano ad una riduzione della secrezione salivare (sia legate ad una patologia delle ghiandole salivari stesse che ad assunzione di farmaci), la presenza di reflusso gastroesofageo, altri disturbi dell’alimentazione. Deve avviare un counseling dietetico per correggere diete potenzialmente cariogene.

 

Deve istituire una costante sorveglianza delle procedure di igiene orale e consigliare le pratiche profilattiche o preventive quali la fluoroprofilassi, la cosiddetta sigillatura dei solchi, il trattamento di decalcificazioni iniziali, volte a controllare la malattia cariosa stessa. Il trattamento di un singolo dente cariato nel contesto di una bocca trascurata non ha un senso compiuto. 


È necessario quindi approfondire la diagnosi eseguendo non solo un accurato esame ispettivo dei denti ma anche esami radiologici quali le Bite Wing, lastre che consentono di evidenziare lesioni cariose iniziali interprossimali (cioè fra un dente ed un altro). Il tutto va inquadrato in una diagnosi odontoiatrica complessiva che valuti anche le condizioni parodontali (gengivali) ed occlusali in relazione alle necessità della terapia conservativa.

Preservare la vitalità del dente

Il secondo punto evidenziato dalle linee guida ministeriali è la necessità di eseguire procedure minimamente invasive, cercando di preservare quanto più possibile la vitalità del dente. I tessuti minerali sani del dente devono essere rispettati al massimo quindi le dimensioni della cavità sono direttamente proporzionali all’estensione del processo carioso. 

 

Le procedure di taglio dei tessuti duri devono essere eseguite sotto abbondante getto d’acqua per evitare lesioni al complesso pulpo-dentinale. I margini cavitari devono essere attentamente rifiniti perché questo condiziona la stabilità del risultato nel tempo. La rimozione del tessuto rammollito affetto da carie deve essere completa ed eseguita o con strumenti a mano o con frese su contrangolo a bassissima velocità per preservare la vitalità della polpa dentale.

 

I restauri indiretti (intarsi) devono essere limitati alle cavità di medie o grandi dimensioni. Tutti i restauri devono essere attentamente lucidati perché questo contribuisce ad una minore adesività della placca batterica e quindi una maggior durata del manufatto.

La diga in gomma

Un altro punto fermo delle disposizioni ministeriali è l’obbligatorietà dell’uso della diga in gomma nelle procedure conservative stante il fatto che tutti i materiali utilizzabili in conservativa risentono grandemente dell’umidità del cavo orale. Questo vale in particolar modo per gli adesivi smalto dentinali. Il filmato dimostra che queste raccomandazioni sono perfettamente adempiute nel nostro Studio Odontoiatrico.

 

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