L’amalgama è un materiale da otturazione dentale che ha fatto la Storia dell’Odontoiatria. Un testo cinese del VII sec d.c. lo menziona, mentre in Occidente un trattato del 1500 lo cita per la prima volta. Successivamente il suo uso si diffuse in Francia e da qui negli Stati Uniti dove furono gli studi di Black, un celebre Odontoiatra di fine Ottocento, ad imporlo definitivamente come materiale da otturazione dentale ideale.

 

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Amalgama: caratteristiche e tossicità

L’amalgama subì progressivi miglioramenti fino a che negli anni ’60 venne introdotta una formulazione ricca di rame che costituì la versione più progredita giunta quasi ai giorni nostri. Il successo dell’amalgama dentale è legato ad una serie di caratteristiche favorevoli per l’utilizzo nel cavo orale: facilità di impiego, stabilità nel tempo, resistenza all’usura, resistenza alla carie secondaria, possibilità di essere posizionato in presenza di umidità e fluidi organici. Richiedeva però una tecnica di preparazione del dente che prevedeva cavità tridimensionalmente ritentive in quanto non era in grado di aderire chimicamente ai tessuti dentali e quindi la ritenzione doveva essere necessariamente meccanica. Ciò implicava spesso il sacrificio di tessuto dentale sano con un sostanziale indebolimento della struttura residua.

 

A lungo si è poi dibattuto sulla potenziale tossicità del mercurio che è uno dei principali costituenti dell’amalgama dentale. Si è ipotizzato che le minime quantità di mercurio che si liberavano dalle otturazioni presenti in bocca potessero arrecare danni all’organismo ospitante. Una reale dimostrazione di questi ipotetici danni non è mai stata raggiunta, ma ciononostante le linee guida odontoiatriche internazionali hanno progressivamente puntato su materiali diversi per le otturazioni dentali primi fra tutti i compositi dentali. Il progredire degli studi sui compositi resinosi ha portato ad un miglioramento delle loro qualità meccaniche e dei processi di adesione ai tessuti dentali che li caratterizzano. Tutto ciò, unito alla miglior estetica ottenibile con questi prodotti, ha fatto sì che essi soppiantassero completamente l’amalgama dentale.

 

Recentemente, la sempre maggiore sensibilità ai temi ambientali ha ulteriormente ostacolato l’impiego dell’amalgama dentale. Infatti il suo uso diffuso lo ha reso la seconda fonte di inquinamento da mercurio nei Paesi UE. Nei Paesi Scandinavi ne è stato vietato l’utilizzo già nel 2017. Il nostro Paese ha aderito ad un regolamento comunitario che si è posto l’obiettivo di eliminare completamente l’uso di mercurio (quindi di amalgama) entro il 31.12.2024.o

Questo non significa che sia stata promossa l’eliminazione delle vecchie otturazioni in amalgama, ma che non ne siano più fatte di nuove e che la rimozione delle vecchie sia eseguita con tecniche appropriate. Queste prevedono l’uso della diga di gomma, dell’aspirazione ad alta velocità e la presenza in studio di appositi filtri separatori che impediscano al mercurio di disperdersi nell’ambiente.

Sindrome da dente inclinato e ricostruzione dentale

Nel nostro filmato mostriamo 2 tecniche moderne di ricostruzione dentale in denti che a causa della presenza di vecchie otturazioni in amalgama, erano colpiti dalla “sindrome del dente incrinato”. L’amalgama infatti, nel lungo termine(10-20 anni), agisce come un cuneo nella corona del dente dove è stato posizionato. Si aprono vere e proprie infrazioni della corona dentale (crepe) che sono una via di accesso nella dentina di batteri, sostanze irritanti ed altro rendendo il dente colpito sensibile al freddo ed alla masticazione.


Il paziente, che non può rendersi conto della presenza di queste crepe, soffre di questa sintomatologia apparentemente inspiegabile. Rimuovendo le vecchie otturazioni in amalgama non è insolito trovare anche carie secondarie che contribuiscono al deterioramento della situazione clinica. Le tecniche alternative sopra menzionate sono le otturazioni in composito e gli intarsi in composito od in ceramica.


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